Nei giorni in cui i riflettori sono puntati sulla rinascita di Scampia, dopo il mega concerto “Red Bull 64 Bars” trasmesso in diretta nazionale lo scorso sabato e l’inaugurazione del polo universitario della Federico II dedicato alla facoltà di Medicina, sarà presentato ufficialmente al pubblico il 19 ottobre, alle ore 17.30 presso Il Poggio in via Nuova Poggioreale 160 C a Napoli il libro “Siamo solo sognatori abusivi – Scampia ammaina la vela” (9791281105041 – ed. De Nigris Editori, pp. 152) scritto da Monica Buonanno, già Assessore al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli.
Il racconto – verità testimonia come la rinascita cui si assiste oggi pone in realtà le radici in percorsi iniziati diverso tempo addietro, a partire dal “patto” fra amministrazione locale e comitato di quartiere, fra politica e cittadini, intrecciando sogni, speranze, difficoltà, burocrazia e rivalsa sociale. Un cammino fatto di passi piccoli e grandi che ha innescato la scintilla della consapevolezza, della lotta al degrado e all’abbandono, del sentirsi parte centrale nelle politiche abitative, sociali, economiche e culturali della città. Un percorso che ha avuto come pietra miliare la demolizione di un simbolo come la Vela Verde di Scampia, momento storico che ha segnato un nuovo inizio per il quartiere noto alla cronaca come sinonimo di violenza, criminalità, degrado e “Gomorra” e che, invece, continua inarrestabile nel processo di rigenerazione urbana e sociale.
Nelle pagine di Monica Buonanno, Scampia è pronta a risorgere dai suoi stigmi e a dimostrare che il coraggio, la determinazione e la lotta sono temi attuali e necessari per restituire dignità ai cittadini del quartiere, veri protagonisti della ribalta che ancora oggi si impegnano nel sostegno sociale della comunità locale: per questo, parte dei proventi del libro verranno donati a uno dei progetti di utilità sociale realizzati dal Comitato Vele.
IL LIBRO
Un caso di studio necessario, un esempio da cristallizzare per le future generazioni costrette a combattere a causa del disinteresse della politica. Arricchito dalla prefazione di Sabina De Luca, tra le massime esperte di politiche di coesione in Italia, il volume è il racconto diretto di una battaglia che non poteva semplicemente chiudersi a colpi di ruspe.
Le Vele di Scampia erette da un determinato e banalizzante storytelling a simbolo del male assoluto – e delle bandiere bianche sventolate dallo Stato – e l’iconoclastia della loro caduta sono il frutto di una situazione sociale complessa sfociata in una lotta comune che ha canalizzato le forze di popolo, società civile e istituzioni e che va ben oltre la storia del Comitato Vele e dell’abbattimento in sé. È una riflessione sui diritti negati a intere comunità, ai mostri creati dalla cattiva gestione della res pubblica ancora prima dei mostri sui pilastri, sulla possibilità di recupero urbano e di inclusione delle periferie.
Il racconto dell’abbattimento della Vela Verde, insomma, è un motivo per rappresentare una storia diversa fatta di resistenza e determinazione, di diritti violati e diritti reclamati, che non si può appiattire e per questo il racconto di Buonanno diventa un documento necessario su ciò che è accaduto e su ciò che potrà accadere ben lontano dalle Vele e da Scampia, nelle periferie d’Italia che condividono la stessa condizione.
L’AUTRICE
Monica Buonanno ha diretto e coordinato azioni di sviluppo occupazionale, urbano, sociale e abitativo in connessione con le direttive europee e nazionali; ha seguito le vertenze simbolo del Mezzogiorno deindustrializzato, da Whirlpool a Ericsson, da Tirrenia a Caf Italia per RFI, curando i rapporti con le rappresentanze sindacali dei lavoratori e con il Governo centrale; ha assistito la riqualificazione sociale e abitativa di Scampia e di Napoli Est; ha governato le politiche sociali nel corso della pandemia da Covid 19 in una delle metropoli più difficili del Paese, sempre con la massima attenzione all’equità nelle erogazioni ed alla giustizia verso le più complesse e drammatiche situazioni di povertà. Autrice di articoli e saggi sulle cause e sugli effetti della disoccupazione nelle diverse forme di povertà con particolare attenzione alla povertà abitativa, convinta dell’inadeguatezza di politiche che segmentino e ingessino servizi e misure contro le povertà in un mondo in cui le disuguaglianze sono sempre più nette.
SINOSSI
Il racconto parte da una cruda verità, ma anche da un’azione di cooperazione tra popolo e istituzioni coinvolta in un’impresa epica di abbattimento non solo della Vela Verde, ma di uno stereotipo. Scampia è il simbolo del disinteresse politico e amministrativo nei decenni e dell’esperienza del Comitato Vele di Scampia, che raccoglie la volontà di Vittorio Passeggio e la rafforza in movimento di lotta per il lavoro e la casa a Napoli. Parlo della lotta alle Vele di Scampia, abitazioni costruite tra il 1962 e il 1975 secondo un’architettura non pensata per una periferia – all’epoca – a vocazione agricola e soprattutto innestate su un perimetro senza alcun servizio. Progettate per ricostruire la cosiddetta “economia del vicolo”, a seguito del terremoto del 1980 decine di famiglie hanno iniziato ad occuparle abusivamente, organizzando una sorta di diaspora dal centro storico di Napoli. Una base per le povertà future, di identità costruite sulla miseria e l’indigenza. Ho voluto raccontare per ricordare, perché la memoria è di per sé già lotta. (Monica Buonanno)
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