L’emergenza portata dal diffondersi del Coronavirus ha costretto molte aziende e case automobilistiche a re-inventarsi e a cambiare la propria produzione auto, per adeguarsi alla situazione attuale.
L’intera industria dell’auto ha cambiato faccia e sono state tante le case automobilistiche che si sono schierate fin da subito nella lotta contro il virus.
La reazione alla crisi e alla paralisi che il Covid-19 ha portato nell’industria automobilistica di tutto il mondo non si è fatta attendere.
Ad oggi, dopo mesi di stop totale, solo in Cina le fabbriche auto stanno ricominciando a far ripartire la produzione auto, mentre in tutto il resto del mondo le grandi case automobilistiche stanno dando in ogni modo il proprio contributo nella lotta al Covid-19.
Gli esperti di cmcars.it ci hanno spiegato cosa sta succedendo nelle case automobilistiche dei principali produttori di automobili dall’inizio della pandemia.
Cominciando dagli stabilimenti Mercedes di Brixworth, con lo stop totale del calendario della Formula 1, il team Mercedes-AMG Petronas F1 si è schierato completamente al fianco della sanità, iniziando a fabbricare i respiratori e i ventilatori, collaborando con la University College di Londra e con il Servizio Britannico di Salute.
Con il duro lavoro e le proprie competenze, il sistema creato dal team riesce ad apportare ai pazienti ben il 70% in più di ossigeno rispetto ad altri sistemi.
E il ritmo di produzione? Pensate che sono arrivati a produrre ben 10 mila unità in solo in 10 giorni!
Come se ciò non bastasse, il disegno del progetto è stato reso pubblico, così che tutti possano iniziare a produrre questa tipologia di respiratori.
Per quanto riguarda la Seat, invece, in collaborazione con Protofy.XYZ, la Casa automobilistica spagnola di Martorell ha avviato la produzione di respiratori OxyGEN, dopo una lunga fase di omologazione e l’ottenimento dell’approvazione sanitaria.
Per far ciò, sono stati predisposti 150 impiegati, divisi in quattro turni, così da produrre fino a 3mila respiratori ogni settimana.
Inoltre, il dipartimento di sviluppo della Seat sta ricorrendo alla stampa 3D per realizzare mascherine con filtri riutilizzabili, ognuno dei quali ha la durata di 4 giorni.
Altra casa, altra storia, passiamo a parlare della francese Renault: pur essendo chiusi gli stabilimenti spagnoli di Palencia, Siviglia e Valladolid, una parte dei dipendenti è stata integrata nel Resistencia Team, composto da 200 lavoratori e che si occupa della stampa 3D per produrre e migliorare le valvole dei respiratori delle terapie intensive, mentre altre 200 stampanti 3D sono dedicate alla fabbricazione di mascherine per la polizia locale.
Sempre dalla Renault, arriva la donazione di 30 mila mascherina, mille paia di guanti, 500 divise protettive e 100 occhiali protettivi.
La Ford di Valencia ha visto i suoi 7 mila dipendenti in casa in quarantena, ma di questi 15 sono rimasti in fabbrica per produrre mascherine grazie alle 12 stampanti digitali a disposizione, mentre gli stabilimenti negli Stati Uniti stanno lavorando in collaborazione con 3M e General electric Healthcare per fabbricare nuovi respiratori ricavandoli dai ventilatori usati per i sedili del pick up Ford F-150. Per non parlare dell’impegno a produrre 100 mila visiere protettive a settimana!
La Volkswagen, invece, sia a Labanden che a Wolfsbgurg, Ingolstadt e negli stabilimenti di Bugatti, MAN, Bentley e Porsche, sta utilizzando 50 stampanti 3D per la produzione di visiere protettive e del materiale protettivo necessario nell’emergenza.
In casa Lamborghini di Sant’Agata Bolognese, non si producono più auto sportive, ma ogni giorno le stampanti 3D sfornano fino a 1000 mascherine e 200 visiere protettive in plexiglas destinate al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna.
In fine, la Skoda sta collaborando con l’Istituto Ceco di Informatica, Robotica e Cibernetica per sviluppare un processo di stampa 3D per fabbricare mascherine riutilizzabili: 60 unità prodotte ogni giorno e distribuite agli ospedali attraverso il Ministero della Sanità ceco.
A ciò, si aggiunge la fornitura gratuita ad associazioni, volontari e municipi di 200 auto e 150 scooter elettrici per gli spostamenti quotidiani effettuata sulla piattaforma HoppyGo di car e moto sharing.